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Dal 1897: il giornale è nato due volte
Il giornale si può dire che sia nato due volte: una prima volta nel 1897 quando venne fondato "Sale e luce – Corriere di Saluzzo" e poi nel 1913 quando apparve un’altra testata chiamata "Corriere di Saluzzo".
Il settimanale nacque alla fine dell’800 in un periodo storico molto difficile per il mondo cattolico, stretto tra un forte movimento liberale, massonico e ferocemente anticlericale ed un altrettanto vigoroso movimento socialista. I cattolici sentirono forte la necessità di avere una voce che rappresentasse le loro idee: nacquero così molti settimanali cattolici, in tutta Italia.
Il perché del primo nome "Sale e Luce"
Si racconta che, intorno al 1600 quando era vescovo di Saluzzo mons. Giovanni Giovenale Ancina, poi beato, venne in visita nel territorio diocesano Francesco di Sales, allora vescovo di Ginevra.
I due vescovi si incontrarono a Carmagnola: mons. Ancina salutò Francesco in latino con queste parole: "Tu sal es" (tu sei sale) intendendo con questo gioco di parole elogiare l’attività del "collega" ma questi di rimando gli disse: "Tu sal et lux" (tu sale e luce, Saluzzo) raddoppiando il complimento. Secondo alcuni il nome della città ha, infatti, origine da queste due parole latine, parole usate da Gesù per indicare la missione dei cristiani nel mondo. "Sale e luce" fu, dunque, il nome della prima testata cattolica saluzzese, e rimane ancora oggi come nome della cooperativa che edita il Corriere di Saluzzo, e che è formata dai giornalisti e dai tecnici che vi lavorano.
Ecco le date più significative della storia del giornale:
1 gennaio 1897: "Sale e Luce" con sottotitolo "Corriere di Saluzzo";
2 gennaio 1910: "Corriere di Saluzzo" come pagina interna a "La voce dell’operaio";
4 gennaio 1913: "Corriere di Saluzzo" come testata autonoma.
Il Corriere negli anni
Centinaia di firme l’hanno portato fino a noi, per la stragrande maggioranza spinte all’impegno volontario dall’ideale cristiano, dentro la professionalità giornalistica, ognuno nel suo pezzo di tempo e di storia, per "informare" la gente del nostro territorio da cristiani, ossia: nel rispetto della verità degli eventi, e nel rispetto della persona.
Fu negli anni ’80 che avvenne la svolta: la scommessa dell’informazione locale a tutto campo. Un buon gruppo di laici, man mano crescente di numero e di professionalità, insieme ai sacerdoti impegnati, hanno portato il Corriere di Saluzzo dalle 2-3 mila copie alle attuali 18 mila circa.
L’attuale tiratura significa nei fatti una incidenza di penetrazione sul territorio altissima (in proporzione la più alta in Piemonte) del 20% circa. Le ricerche di mercato indicano che un settimanale è letto, almeno in parte, come minimo da 4 persone, il che significa vedere il Corriere di Saluzzo passare nelle mani di quasi la totalità degli abitanti del territorio diocesano (pur con le normali riserve rispetto ai paesi di confine).
La cooperativa "Sale e luce"
La cooperativa "Sale e luce" nel 1986 ha assunto la gestione del giornale, riservando al vescovo il diritto della nomina del direttore responsabile.
Per oltre vent’anni il Corriere di Saluzzo è stato stampato dalla tipografia LCL di Busca. Dal marzo 2004, poi, il Corriere è "passato" al colore, portando la stampa alla tipografia CSQ Spa di Brescia.
La nuova svolta societaria
Il 1° gennaio 2018 la proprietà del giornale è passata alla Fondazione San Francesco di Sales, espressione della Diocesi di Saluzzo. La Fondazione ha costituito la società CDS Editoriale a cui è stata affidata la gestione. Nel settembre 2019 il Corriere di Saluzzo ha cambiato formato, passando al più pratico tabloid, e viene stampato presso la tipografia di Torino di Gedi Printing spa. Dagli anni duemila è stata potenziata l'edizione digitale del giornale e il sito www.corrieredisaluzzo.it è aggiornato quotidianamente con una presenza costante sui social.
I direttori
Questo l'elenco dei vari direttori che si sono susseguiti alla guida del Corriere di Saluzzo: Luigi Cappa, Antonio Martino, don Silvio Marino, don Chiaffredo Perano, don Dionigi Marino, don Alberto Girello, don Mariano Tallone, Mario Banchio, Lorenzo Francesconi, Alberto Gedda.